Democrazia, Libertà, Diritti, Tolleranza e l’intollerante Repubblica islamica e teocratica dell’Iran che piace a Nicola Bizzi
In attesa che i massoni di GOD (www.grandeoriente-democratico.com) ) si occupino in modo esauriente della faccenda, ci domandiamo se sia congruente invocare la tolleranza e intestarsi presunte battaglie per “la Libertà e la Consapevolezza” quando poi ci si proclami ideologicamente vicini ad un regime dichiaratamente teocratico, clericale, liberticida, intollerante e anti-democratico come la Repubblica islamica dell’Iran, guidata dall’oligarchia degli Ayatollah.
Chi è il campione di cotanta incongruenza?
Nicola Bizzi, sedicente socialista che, sempre in nome della congruenza, nei primi anni ‘2000 presiedeva un partito politico di estrema destra (“Nuova Destra Sociale”) in concorrenza con Casa Pound e che definiva “camerati” alcuni suoi amici.
Ma il socialismo non era una dottrina politica di sinistra?
Beh, ma anche Mussolini era stato socialista prima di fondare i Fasci di combattimento e Nicola Bombacci, finito tra le camicie nere, del proletariato socialista italiano di estrema sinistra era stato persino il leader acclamato.
Peraltro, Bizzi rivendica anche di essere stato, in gioventù, marxista-leninista (dunque filo-sovietico)!
Ricapitolando: marxista-leninista, sedicente socialista, presidente di un partito fascistoide e poi estimatore della Teocrazia iraniana e dell’Autocrazia russa?
Proprio il profilo di un “combattente per la Libertà e la Consapevolezza”!
Comunque, lasceremo ai massoni di GOD di approfondire la questione.
Intanto, si guardi con attenzione, a mo’ di premessa:
E si legga con altrettanta attenzione questo testo, scritto e pubblicato su facebook dallo stesso Nicola Bizzi, con ultima modifica il 30 luglio 2017:
L’ultima ipocrisia di Casa Pound: si presenta un libro, ma l’editore non è “gradito” (di Nicola Bizzi)
A quanto pare sono finito nella "lista nera" di Casa Pound. Probabilmente già me lo immaginavo, ma negli ultimi giorni ne ho avuto la piena conferma.
La cosa, sinceramente, non mi tange e potrebbe anche farmi sorridere, se non imponesse una legittima riflessione sul motivo per cui un partito o un movimento politico dovrebbe avere oggi, nel Terzo Millennio, una "lista nera", cosa che non può non riportarci alla mente le famigerate "liste" di nemici ed avversari "politici" stilate durante i cosiddetti Anni di Piombo dalle Brigate Rosse. E a quei tempi, tutti lo sappiamo, avere l'onore di essere inseriti in tali "liste" preludeva, per prassi, qualcosa di ben peggiore, potremmo dire qualcosa di "definitivo".
Ma voglio adesso narrarvi cosa esattamente è successo.
Da diversi anni, oltre a quella di scrittore e di editorialista, svolgo anche l'attività di editore. Ho infatti fondato nel 2011 un mio marchio editoriale del tutto indipendente, le Edizioni Aurora Boreale, grazie al quale hanno visto la luce diverse collane di saggistica, prevalentemente di argomento storico. La mia è una piccola casa editrice, del tutto autofinanziata, ma che può già vantare un discreto catalogo di saggi storici e di denuncia, scritti da autori di buon livello, da me accuratamente vagliati e selezionati, che non si accontentano delle verità "di facciata", ma che amano scavare fra le pieghe della Storia per mettere nero su bianco delle verità talvolta scomode, taciute o deliberatamente ignorate dalle grandi case editrici legate a doppio filo con il "sistema".
Uno dei testi di punta della mia casa editrice è Gabriele D'annunzio e la Reggenza del Carnaro, scritto dall'amico Giovanni Luigi Manco, un libro che io e l'autore abbiamo già presentato in numerose città italiane e anche all'estero, sempre con grande successo di pubblico, e che è stato giudicato uno dei testi migliori fino ad oggi scritti sulla meravigliosa esperienza della Reggenza di Gabriele D'Annunzio a Fiume. Un'esperienza rivoluzionaria, visionaria, sicuramente avanti con i tempi, forse utopistica, ma trasformata, seppur per poco tempo, in solida e tangibile realtà dalla forza, dalla determinazione e dal genio di personaggi come D'Annunzio, Guido Keller, Alceste De Ambris, Filippo Tommaso Marinetti, Giovanni Comisso e tanti altri alfieri della Libertà e dell'autodeterminazione dei popoli. Un'esperienza che, come sappiamo, finì tragicamente nel sangue per ordine di Casa Savoia, che inviò il Regio Esercito ad espugnare Fiume con i propri cannoni e le proprie baionette, ma che è rimasta in maniera indelebile nella memoria di tutto il XX° secolo, venendo ripresa, più nei simboli e negli aspetti esteriori che nei contenuti, da Benito Mussolini e dal Fascismo.
Ebbene, già un paio di mesi fa Giovanni Luigi Manco era stato invitato da Casa Pound per presentare il volume in oggetto a Lecco. Trovai comunque insolito che per la presentazione di un libro fosse stato contattato direttamente l'autore, senza alcuna telefonata o comunicazione alla casa editrice, ma dal momento che in concomitanza con il giorno stabilito per tale presentazione avevo degli impegni già in precedenza fissati, e dal momento che l'autore aveva fortunatamente alcune copie del volume da poter portare all'incontro, lasciai correre la cosa. Anche perché, come mi è stato riferito, la presentazione andò bene e ci fu una non indifferente partecipazione di pubblico in sala.
Alcune settimane fa però la cosa si è ripetuta, assumendo questa volta delle tinte decisamente più fosche. L'autore viene contattato dai responsabili bresciani di Casa Pound, al fine di fissare una nuova presentazione del libro per la fine di Luglio, anche questa volta senza che venisse fatta, come il buon senso vuole, alcuna telefonata o comunicazione all'editore. Dopo vari rinvii, viene infine fissata per la presentazione la data di Sabato 29 Luglio, alle ore 17:30, in concomitanza con la IVª Brixia Rugit, la festa di Casa Pound Brescia. Vengo prontamente informato dall'autore e do per scontato di dover essere questa volta presente, sia per non lasciare da solo l'amico Giovanni Luigi Manco, ma soprattutto per motivi logistici: l'autore aveva terminato le copie del volume in suo possesso e avrei dovuto portarne io personalmente alcune scatole da Firenze.
Il giorno successivo, dopo che l'autore aveva parlato con il responsabile bresciano di Casa Pound per confermare che ci sarei stato anch'io, Manco mi telefona, dicendo che, a quanto pare, per quelli di Casa Pound, la mia presenza non sarebbe stata "gradita", anzi, per farla breve, che non sarei proprio dovuto venire. E tutto questo senza che all'autore del libro, né tantomeno al suo editore (ovverosia il sottoscritto) venisse fornita alcuna spiegazione!
Trovando sinceramente paradossale che venisse organizzata la presentazione di un libro, ma che al contempo venisse "vietato" al suo editore (che peraltro avrebbe dovuto materialmente portare le copie) di prendervi parte, telefono al responsabile bresciano di questa organizzazione, il quale (a quanto pare un ragazzo piuttosto giovane) dichiara, non senza nascondere un certo imbarazzo, di non conoscermi e di non sapere le ragioni di tale divieto. In sintesi mi dice di essere solo un "soldato politico" e di dover eseguire, senza discutere, gli ordini impartitigli da Roma.
Premesso che la mia presenza non sarebbe stata finalizzata a intervenire all'incontro, né tantomeno a fare comizi, ma unicamente per portare il saluto della mia casa editrice e un paio di scatole del volume, incuriosito da questo inaspettato "divieto" romano, decido di approfondire la cosa e di fare altre telefonate a esponenti di Casa Pound che da tempo conosco. E la cosa divertente è che ognuno di essi mi ha dato una versione diversa! Mi è stato in pratica detto tutto e il contrario di tutto: che non ero gradito perché sarei stato in passato «un dirigente di Forza Nuova» (cosa assolutamente falsa, di Forza Nuova non ho mai neanche avuto la tessera!), oppure perché sarei stato candidato alla Camera dei Deputati con forze politiche non vicine a Casa Pound (cosa, questa, assolutamente vera, ma che comunque rappresenterebbe una scusa risibile), e infine perché sarei stato Presidente di un partito politico, Nuova Destra Sociale, «potenzialmente in concorrenza con Casa Pound» (altra cosa vera, della quale vado peraltro orgoglioso, ma comunque un'altra scusa alquanto risibile). In sostanza, tutte versioni di comodo e contrastanti, ma che comunque confermavano a loro modo che sarei stato inserito in una sorta di "lista nera", ma, nei fatti, tutte scuse apparentemente campate in aria, che non spiegavano le vere plausibili ragioni del veto romano nei confronti della mia persona.
Risparmio invece ai lettori di questo articolo cosa mi hanno riferito a riguardo diversi ex militanti di Casa Pound (evidentemente con il dente avvelenato nei confronti di tale movimento) da me interpellati, i cui commenti (piuttosto pesanti) sull'accaduto non riporto esclusivamente perché si tratta di persone non a conoscenza diretta dei fatti.
Personalmente non ho mai condiviso, questo è vero, la linea e il modo di fare politica di Casa Pound, come non ho mai condiviso buona parte delle sue battaglie e dei suoi metodi di approccio elettorale. In particolare, nelle mie trascorse vesti di dirigente politico, non ho mai risparmiato le mie critiche a questo movimento che ama non definirsi "partito", soprattutto per il fatto che da un lato abbia sempre preso le distanze dalle forze politiche di una certa "area", mentre dall'altro abbia sempre cercato di utilizzare tali forze politiche (prima la Fiamma Tricolore, poi La Destra di Storace e, infine, la Lega) come treni elettorali per piazzare i propri rappresentanti sul territorio. Ma le mie non sono state certo critiche isolate e quanto in certe occasioni ho avuto modo di affermare pubblicamente, in dibattiti elettorali televisivi, in conferenze o attraverso miei articoli, riflette sostanzialmente un pensiero piuttosto condiviso nel panorama della cosiddetta "destra radicale" italiana.
Ma il punto è un altro: mi sono formato politicamente con determinati valori e determinate convinzioni che mi hanno sempre portato a mettere ai primi posti il rispetto degli avversari politici, a prescindere dal mio pieno diritto di criticarli civilmente qualora mi sia ritenuto in diritto di farlo.
Ma mi sono accorto, già oltre dieci anni fa, quando venni eletto alla Presidenza di Nuova Destra Sociale, che movimenti politici come Casa Pound non solo non accettano le critiche, ma che, evidentemente, rispondono ad esse con accuse e calunnie, oppure inserendo chi osa criticarli nelle loro "liste nere". Ricordo addirittura che, dai microfoni di una certa web-radio, un certo "ideologo" del cosiddetto "Fascismo del Terzo Millennio" non esitò a definirmi nientemeno che «un agente del Mossad», per la mia scelta di difendere Marco Affatigato, un amico e un Camerata, all'epoca Segretario Organizzativo di Nuova Destra Sociale, da un fuoco incrociato di accuse e di calunnie che stava ricevendo in quei giorni proprio da parte dei dirigenti di Casa Pound. Come se un partito libero e sovrano, quale Nuova Destra Sociale dovesse rendere conto a Casa Pound o a chicchessia dell'elezione dei propri dirigenti!
Avrei benissimo potuto benissimo, a suo tempo, querelare quel certo "ideologo" e i responsabili di quella certa web-radio, ma lasciai perdere. Quelle accuse ed illazioni nei miei confronti erano del resto talmente ridicole che si commentavano da sole, soprattutto per chi conosce bene le mie posizioni politiche e la mia vicinanza ideale alla Repubblica Islamica dell'Iran e alla Russia di Putin.
In ogni modo, non avrei mai pensato che delle "diatribe" risalenti a quasi dieci anni fa, e rientranti a pieno titolo nel contesto di un normale e civile dibattito politico, potessero determinare addirittura un veto, da parte della dirigenza romana di Casa Pound, alla mia presenza alla presentazione di un libro da me peraltro edito! E, infatti, come fra poco vi dirò, ci sono stati dietro a quanto pare ben altri motivi...
Non intendo fare a questo punto sterili polemiche, anche perché, a quanto mi hanno riferito, la presentazione del libro è andata bene, l'autore è riuscito ugualmente a reperire presso una libreria un numero sufficiente di copie, e Casa Pound, nonostante i "veti" romani ha fatto per la seconda volta una gran pubblicità alla mia casa editrice (che, in fondo, è la cosa più importante).
Vorrei però focalizzare l'attenzione su quelli che, molto probabilmente (diciamo pure sicuramente) sono stati i veri motivi della mia paradossale esclusione. Uno dei responsabili dei Casa Pound, dopo la presentazione del libro, ha confidato all'autore che sarebbe pervenuto il fantomatico "veto" da Roma nei miei confronti perché sarei stato presente, il 17 Dicembre del 2015, ai funerali di Licio Gelli a Pistoia, «con tanto di paramenti massonici»!
Non ho certo mai fatto mistero della mia appartenenza massonica, che per me è innanzitutto motivo d'orgoglio, come del resto della mia appartenenza ad altre realtà iniziatiche, in primis quella Eleusina Madre. E confermo di essere stato presente (a differenza di personaggi come Roberto Gervaso, Maurizio Costanzo, Silvio Berlusconi e tanti altri che, ipocritamente, si sono guardati bene dal presentarsi) ai funerali di Licio Gelli, un Fratello che stimavo e che, nel bene o nel male (in fin dei conti, più nel bene che nel male) ha fatto la storia d'Italia degli ultimi cinquant'anni. E, in quell'occasione, non indossavo di certo i paramenti, i quali anche i bambini sanno che si indossano esclusivamente nell'ambito delle tornate rituali.
Ma chi ha raccontato della mia presenza a tale funerale ai dirigenti romani di Casa Pound, che sicuramente quel giorno non erano presenti? A prescindere dal fatto che la presenza al funerale di chicchessia è e deve restare un fatto privato, intimo, in quanto non si è lì per farsi vedere, ma per dare l'ultimo saluto a una persona cara, mi viene da pensare che la mia presenza quel giorno a Pistoia possa essere stata riferita ai dirigenti di Casa Pound soltanto da qualche funzionario dei servizi, con i quali evidentemente devono avere un intenso scambio di informative. Quel giorno, in quella chiesa, so per certo che erano presenti funzionari di almeno cinque servizi segreti, sia italiani che stranieri, sicuramente per monitorare e registrare chi c'era e chi non c'era, e so bene anche quali. C'è solo da capire con quale di questi cinque Casa Pound possa avere dei rapporti.
La mia esclusione è stata quindi dovuta a una pregiudiziale anti-massonica? Va bene, per carità, ognuno può pensarla come vuole, ma qui stiamo parlando degli stessi responsabili di Casa Pound che a Brescia hanno tenuto nel 2010 una conferenza su Bettino Craxi, personaggio che stimo e sul quale ho scritto pure dei libri, ma che era notoriamente affiliato a due Ur Lodges, vale a dire due super logge massoniche internazionali, la Amun e la Fraternité Verte.
E che dire di Gabriele D'Annunzio, oggetto della presentazione di ieri pomeriggio? D'Annunzio era notoriamente un 33° Grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, nonché un Superiore Incognito Martinista! E la Reggenza del Carnaro, oggetto del libro ieri presentato? Si trattò, né più né meno, di un'operazione massonica illuminata e Massoni furono tutti i suoi principali protagonisti e gli autori della sua carta costituzionale, a cominciare dallo stesso D'Annunzio e da Alceste De Ambris!
E quelli di Casa Pound si dichiarano "Fascisti del Terzo Millennio" forse senza ricordare che Benito Mussolini si affiliò alla Massoneria già in giovane età, mentre si trovava in Svizzera, che frequentava abitualmente una Loggia di Rito Simbolico a Udine e che venne insignito sulla spada del 33° Grado del Rito Scozzese dall'allora Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia Raul Palermi. Per non parlare del Gran Consiglio del Fascismo, composto per il 90% da Fratelli Massoni!
Ritengo che gli amici di Casa Pound debbano innanzitutto studiare la storia (ma anche capirla, studiarla soltanto non basta), e se non hanno argomenti o relatori per le loro conferenze, stiano più attenti a non commettere in futuro la gaffe di organizzare un'altra presentazione libraria escludendo l'editore con futili pretesti. Le pregiudiziali anti-massoniche non hanno mai portato ai loro fautori alcunché di buono.” (Nicola Bizzi)
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